Un recente Comunicato dell’Ufficio Stampa della Provincia Autonoma di Bolzano informa che il 12.4.2023 i Presidenti della stessa Provincia e del Tirolo insieme al Primo Ministro della Baviera hanno firmato una “Dichiarazione di intenti relativa all’attuazione di misure infrastrutturali e di politica dei trasporti comuni per la realizzazione di un sistema digitale di gestione del traffico nel Corridoio del Brennero”.
Questo tipo di iniziative appartiene alla consueta strategia di annunciare azioni che dovrebbero risolvere problemi impellenti e che invece non cambiano nulla e non hanno effetti reali.
Il solo elemento concreto della Dichiarazione, anche se nella sostanza non proprio innovativo, è l’avvio di un progetto pilota per definire un meccanismo digitale di gestione del traffico basato su fasce orarie da prenotare obbligatoriamente e gratuitamente, collegate a misure di controllo adeguate e concordate “al fine di rendere superflui interventi locali di urgenza lungo il Corridoio del Brennero, come il dosaggio del traffico a Kufstein”.
Per il resto si ripropongono programmi di studi già svolti innumerevoli volte da un gran numero di soggetti diversi e si sciorina la consueta e scontata quantità di intenzioni di principio da realizzare in un futuro non determinato.
Ben poca cosa a fronte delle reali emergenze di salute pubblica e degrado ambientale che il traffico merci al Brennero richiederebbe di affrontare.
E richiamare in questi Comunicati previsioni di transito merci a crescita illimitata tende a creare paura nella popolazione in modo che accetti risposte che non affrontano le ragioni reali dei problemi. Per esempio, le stime di presentate a suo tempo per giustificare la galleria di base del Brennero si sono rivelate errate: ad oggi abbiamo una differenza negativa di circa il 30%.
In sintesi la Dichiarazione, con l’obiettivo di proporre ai tre Stati nazionali l’avvio di incontri per giungere ad un trattato internazionale:
- parte dai risultati di uno studio di fattibilità commissionato dalla Provincia di Bolzano;
- ammette che il grande volume di traffico merci su strada lungo l’asse del Brennero è un grave problema per la salute dei cittadini e per l’ambiente nelle valli dell’Isarco e dell’Adige;
- ribadisce che in prospettiva il trasferimento delle merci dalla strada alla rotaia resta l’obiettivo prioritario;
- richiama l’importanza di “nuove tecnologie, innovazioni e sistemi applicativi telematici nonché sistemi di trasporto intelligenti”;
- collega la limitata capacita della rete autostradale alla rete stradale secondaria che dalla prima riceve rilevanti flussi di traffico;
- rinnova ai gestori delle reti autostradali l’invito a installare “i dispositivi tecnici necessari per rilevare i dati e informare sul traffico” e regolarlo in base al “sistema intelligente di routing dei mezzi pesanti 2.0”.
A nostro avviso questa Dichiarazione non assume in modo chiaro tutte le reali criticità prodotte dal traffico merci lungo le autostrade di valico e non riesce a proporre soluzioni convincenti proprio perché rinuncia ad affrontare subito le contraddizioni più evidenti.
E’ vero che una eventuale gestione digitale del traffico merci potrebbe persino arrivare a contenerlo, in linea con le meno recenti proposte come le “borse del traffico transalpino di merci”, in sostituzione tuttavia delle più drastiche misure di divieto di traffico notturno e di divieti settoriali. E tuttavia si tratterebbe di misure gestionali tardive, insufficienti e in qualche modo anche reticenti.
Non si affronta infatti la questione del c.d. traffico deviato al Brennero (circa il 30% del totale), che viene attratto dai pedaggi deliberatamente e irragionevolmente bassi sul lungo tratto italiano della A22 e pure sovvenzionato con ingenti risorse pubbliche.
Ci si ripete sulla soluzione strategica irrinunciabile rappresentata dalla galleria ferroviaria di base, dal futuro quadruplicamento della linea di accesso Sud e dal potenziamento delle ferrovie in Austria e Germania ma non si tiene conto del fatto che già oggi la ferrovia storica ha ampie capacità residue malamente utilizzate e del fatto che la nuova infrastruttura ferroviaria avrebbe soprattutto nella sezione italiana elevatissimi costi di transito (a meno di enormi sussidi pubblici) e sarebbe ignorata a vantaggio dei più economici transiti sulle linee svizzere.
Insomma, la Dichiarazione appare soprattutto un ennesimo episodio di sviamento dalle emergenze urgenti di salute pubblica e dell’ambiente che andrebbero risolte immediatamente.