Il 15 giugno, dopo più di due mesi di meditazione, l’Azienda per i Servizi Sanitari della Provincia di Trento ha risposto alla richiesta di informazioni e di intervento che un gruppo di residenti gli aveva rivolto a proposito delle interferenze tra le aree inquinate ex SLOI e CARBOCHIMICA e i cantieri per la nuova Circonvallazione Ferroviaria a Trento Nord.
Il documento ricevuto dall’Azienda [2023-04-06 Chiesti a APSS Trentino interventi su SIN Trento Nord e cantieri TAV] :
- sintetizza molto bene tutte le gravi criticità e le conseguenze probabilmente irreparabili prodotte dalle opere sulla salute dei cittadini e degli addetti alle lavorazioni e sull’ambiente, in una situazione in cui i lavori stanno iniziando e l’inerzia delle istituzioni e di RFI appare più grave che mai;
- chiama l’Azienda ad assumere la responsabilità che in questa vicenda le appartiene ma che l’Azienda non sembra volersi asumere.
Nella sua risposta l’APSS mostra di non aver compreso (voluto comprendere?) la natura della richiesta ricevuta. Alla domanda di accesso alla documentazione utile a valutare il rischio sanitario derivante dal funzionamento dei cantieri l’APSS risponde con quasi tre pagine di considerazioni formali su quali sono i caratteri normativi e procedurali di questo tipo di domande e infine respingendo in pratica l’istanza.
Alle molto più numerose e importanti domande sui compiti e gli interventi possibili dell’APSS in merito agli impatti sanitari delle lavorazioni, che riportiamo di seguito tra parentesi
[“si richiedono inoltre specificamente le seguenti informazioni:
Quali sono le attività preventive e informative che APSS intende realizzare a beneficio della popolazione di Trento e dei lavoratori coinvolti dalle lavorazioni e dagli impatti delle stesse?
Quale è il livello di accesso (e la tempestività dello stesso) di cui APSS dispone rispetto ai dati sul monitoraggio ambientale rilevati da RFl, dall’appaltatore e da APPA?
Come opera il coordinamento tra APPA e APSS rispetto alle questioni sanitarie e ambientali poste dalle lavorazioni e dagli impatti delle stesse (quali sono i dirigenti responsabili del coordinamento e con quale regolarità avvengano le interlocuzioni tra i dipartimenti coinvolti)?
È prevista o necessaria l’istituzione di fasce di rispetto in prossimità del cantiere quando le lavorazioni saranno effettuate nella zona limitrofa ai siti inquinati di Trento Nord o in aree geologicamente fragili?
È prevista o necessaria la prescrizione di norme di comportamento o la distribuzione di dispositivi di protezione alla popolazione residente nelle aree limitrofe al cantiere nelle zone inquinate di Trento Nord?
È prevista o necessaria un’azione di screening sui dati biologici della popolazione residente nelle aree limitrofe al cantiere nelle zone inquinate di Trento Nord prima, durante e dopo le lavorazioni?
È prevista o necessaria la sospensione delle attività commerciali, delle attività sportive, delle attività scolastiche o, ancora, della mera presenza a fini abitativi in prossimità del cantiere quando le lavorazioni verranno effettuate nella zona limitrofa ai siti inquinati di Trento Nord o in altre zone potenzialmente fragili?”]
l’APSS risponde così in meno di sette righe: “Altre richieste sono oggettivamente generiche, altre riguardano aspetti (fasce di rispetto in prossimità del cantiere) che coinvolgono più istituzioni e presuppongono una regia tra soggetti diversi. Con spirito collaborativo, ad avviso della scrivente si ritiene che le richieste debbano essere dettagliate e opportunamente rivolte al soggetto deputato a garantire tutti gli aspetti (ambientali, igiene e sicurezza del lavoro, ecc.) appositamente individuato dalla Giunta Provinciale con Delibera n. 230 di data 17 febbraio 2023 per quest’opera, ossia l’Osservatorio da voi citato”. L’Azienda confonde tra competenze istituzionali proprie e compiti di garanzia, verifica, controllo, parere, segnalazione, supporto tecnico e monitoraggio attribuiti dalla Delibera citata proprio all’”Osservatorio ambientale e per la sicurezza del lavoro” dei lavori per la Circonvallazione di Trento, con una scelta notoriamente molto avversata dai Comitati No TAV del Trentino, in effetti – come si vede – per buone ragioni.